Dichiarazione di RAWA in occasione della Giornata internazionale per i Diritti Umani, 10 Dicembre 2003


Affermare i diritti umani e la democrazia è possibile soltanto con la distruzione del dominio del fondamentalismo


Sono passati due anni da quando gli Stati Uniti e i loro alleati hanno attaccato l'Afghanistan sotto la bandiera della «difesa dei diritti umani», punendo i loro servitori di ieri e rovesciandone il regime di stampo medievale. Tuttavia, ancora oggi non è possibile individuare nel paese alcun segno di stabilità, pace e sicurezza. Al contrario, dopo la caduta dei talebani, i loro fratelli fascisti sono stati innalzati al potere per la seconda volta; e questi jehadi di stampo religioso-fascista agiscono in modo anche più sanguinoso e nefando dei loro fratelli talebani, violando i diritti umani e i diritti delle donne, sostenendo la superiorità religiosa ed etnica, dedicandosi al saccheggio, alla violenza sessuale e abusando della nostra gente.

È ormai chiaro a tutti, tanto alla nostra gente, quanto alla comunità mondiale che, nonostante la presenza delle forze internazionali di pace (ISAF) e le esagerate rivendicazioni di Karzai, l'Afghanistan resta uno dei centri di violazione dei diritti umani.

La violenza contro le donne continua. Si è perso ormai il conto degli episodi di violenza sessuale, minacce e matrimoni forzati da parte di jehadi armati. Il numero di suicidi tra le donne è in crescente aumento; le minacce a quelle famiglie che mandano le figlie a scuola o gli incendi dolosi alle scuole femminili sono episodi all'ordine del giorno. È sempre grande il senso di insicurezza che pervade le donne quando non sono in casa, continua il divieto per le donne di cantare alla radio e alla televisione, ed aumenta sempre più il numero di donne e vedove che non hanno altra scelta che mendicare e prostituirsi.

Omicidi, arresti e torture terribili da parte del KhAD e dei cosiddetti ufficiali per la sicurezza per motivi etnici, religiosi e di appartenenza a fazioni aumentano giorno dopo giorno.

Il sistema feudale e vassallo persiste e, a causa delle dispute senza fine tra criminali jehadi in tutte le province, gente innocente viene uccisa, ferita o fugge, restando danneggiata finanziariamente.

I furti e le rapine nei negozi e negli uffici, la riscossione di dazi e tasse illegali, il danneggiamento e il furto di ricchezze e beni nazionali da parte dei signori della guerra e dei loro capi traditori sono predominanti.

La concussione e l'appropriazione indebita, le tangenti, la corruzione politica e la disoccupazione sono incontrollate.

I ministeri e gli altri dipartimenti governativi spendono gran parte degli aiuti dall'esterno, mentre il processo di ricostruzione procede estremamente lento.

Tutti i capi jehadi sono occupati nella coltivazione del papavero da oppio e nella produzione di eroina sotto gli occhi di migliaia di militari americani e della NATO e questa sporca attività pone l'Afghanistan in cima alla lista dei paesi produttori di eroina.

Nonostante le rivendicazioni a proposito della «libertà di espressione», le voci muoiono loro in bocca e coloro che hanno il coraggio di esprimere il proprio punto di vista senza compromessi devono affrontare percosse, minacce e pallottole.

Nonostante il fatto che una volta ogni tanto i crimini dei comandanti jehadi e dei loro complici (come le recenti distruzioni di abitazioni e l'appropriazione di terre nell'area di Shirpur) attirino l'attenzione mondiale e vengano evidenziati dai mezzi di comunicazione, questi traditori, senza la minima preoccupazione per lo scandalo, continuano a costruire i loro castelli nella regione di Shirpur. Lo scandalo di Shirpur mostra da solo che i terroristi dell'Alleanza del Nord sono de facto la forza dominante nel paese e che Karzai è solo un ostaggio nelle loro mani.

In un paese in cui gli assassini di studenti universitari, di Abdul Rehman e Haji Qadir e, solo recentemente, gli assassini di un ufficiale militare del ministero della difesa durante una dimostrazione non siano stati arrestati e condotti di fronte ad una corte di giustizia, parlare di costituzione, democrazia e "legalizzazione" è soltanto demagogia e ingannevole retorica.

La maggioranza dei profughi della disoccupazione, dell'insicurezza, della guerra e del tradimento dell'Alleanza del Nord preferisce gli insulti, la scortesia e la vita penosa in Pakistan ed Iran piuttosto che vivere sotto l'ombra dei terroristi jehadi. E quelli che sono ritornati sono scontenti e dispiaciuti. Nelle attuali condizioni, considerata anche la natura sleale dei fondamentalisti dell'Alleanza del Nord, mancano del tutto speranza o ottimismo per l'esito della Loya Jirga, della costituzione, delle elezioni o del parlamento. Come RAWA ha ripetuto più volte, l'approvazione della costituzione e delle elezioni sarà contaminata in modo irrevocabile dalla interferenza dei criminali armati dell'Alleanza del Nord - la minaccia più sleale e aggressiva alla democrazia. A meno che la piaga del fondamentalismo non venga cancellata dal nostro paese, nessuna legge o elezione potra avere un ruolo nel migliorare la situazione economica e politica. La costituzione può essere veramente democratica soltanto quando è basata sulla laicità, pilastro fondamentale. Ma fintanto che i comandanti jehadi guarderanno la separazione della religione dallo stato come un ostacolo per il loro «governo felice e capriccioso», continueranno ad etichettare il secolarismo «anti-islamico» così da prolungare il loro governo criminale.

Facendo affidamento sulle loro armi e ricchezze, i comandanti e i capi jehadi - che considerano la costituzione un pezzo di carta privo di valore - non permetteranno mai che si svolgano elezioni «libere» e «trasparenti».

Le ultime notizie rivelano che la maggior parte dei candidati popolari amanti della libertà non prenderanno parte alle elezioni della Loya Jirga che approverà la costituzione, a causa del terrore e delle minacce dei criminali fondamentalisti. Così, in realtà, la Loya Jirga entrante non sarà altri che un consiglio di signori della guerra che copriranno i loro tradimenti e brutalità sotto la guisa di "legge", continuando ad affondare le loro spade sempre più a fondo nel cuore e nella mente della nostra gente oppressa.

A meno che le bande corrotte di Rabbani, Fahim, Khalili, Dostum, Sayyaf, Khalis, Ismail, Atta etc., non vengano cancellate dalla scena politica afghana, qualsiasi pretesa di libertà e legalità in Afghanistan resterà soltanto un discorso costruito per illudere la nostra gente e la comunità mondiale. Andrebbe detto anche che Ismail Khan, dalla sua posizione di "faraone", vuole ingannare la gente costruendo qualche parco e qualche edificio, in modo da mascherare i suoi crimini contro le donne. Ma le sue rivendicazioni sulla libertà e i diritti umani spariscono, qualora considerati alla luce dei crimini da lui commessi.

La prosecuzione dell'attuale situazione caotica ed anarchica e il sostegno dell'Occidente ai terroristi jehadi in Afghanistan dimostra e conferma che l'America e i suoi alleati non danno alcuna importanza ai diritti umani e ai diritti delle donne, ma che gli unici valori che considerano importanti sono i loro interessi politici ed economici. A meno che non smetta di appoggiare i fondamentalisti dell'Alleanza del Nord e non inizi a sostenere le forze amanti della libertà e dell'indipendenza, l'Occidente continuerà ad essere infestato dalla minaccia di incidenti disumani, come quello dell'11 Settembre da parte dei talebani, Al Qaida e loro simili.

L'Associazione Rivoluzionaria delle Donne d'Afghanistan chiede a quanti amino la libertà di compiere uno sforzo decisivo e di lavorare con qualunque mezzo possibile per rovesciare i fondamentalisti, in modo da stabilire e assicurare la democrazia e i diritti umani.


Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan (RAWA)
10 Dicembre 2003






فارسي | English | Français







--